
“Nella strage di via D’Amelio vi è un aspetto, tra i tanti purtroppo, che appare inquietante. Ossia la mancata perquisizione di una abitazione proprio in via D’Amelio, al civico 46, che si trovava nel palazzo nei pressi della casa della madre del giudice Borsellino. Un immobile riconducibile famiglia mafiosa Buscemi, un luogo importante per poter comprendere di più sulla logistica ma anche sulle menti e finalità stragiste. Purtroppo anche la figlia del giudice, Lucia Borsellino – dice Sallemi – ha confermato di aver conosciuto in un secondo momento l’appartenenza dell’immobile e il fatto che nell’immediato non sia stata seguita alcuna pista investigativa in merito, un fatto inquietanteâ€.
“Inoltre, sul dossier mafia appalti, ho chiesto lumi sulla conoscenza del giudice Borsellino delle indagini svolte a Catania e se avesse avuto contatti con il pm Felice Lima e circa la collaborazione del pentito Lipera che decise di “parlare†a Catania e non a Palermo – dice ancora il senatore -. Ci sono tanti aspetti da approfondire e di certo questo ciclo di audizioni con l’avvocato Trizzino e con Lucia Borsellino, seppur dolorose per loro per i ricordi che generano, ci ha aiutato a una comprensione maggiore di fatti, aspetti e notizie ancora non rivelate pubblicamente a trent’anni di distanza dalla strage. Di questo non possiamo che ringraziare il presidente Chiara Colosimo per aver dato alla Commissione questa importante possibilità per cercare di scoprire la verità dopo clamorosi depistaggi".